Il Manifesto

«Le cose sono unite da legami invisibili, non puoi cogliere un fiore senza disturbare una stella» (Francis Thompson)

Connubio è armonia, unione, intreccio elegante di gusti, colori e profumi. Cogliere i legami profondi tra i sapori, avvertirne i sottili richiami, è compito arduo: equilibrio, accostamenti innovativi, misura e soluzioni audaci diverranno mie priorità per trasformare la Vostra cena in un’esperienza gastronomica dal carattere unico. Sarà mio intento farVi assaporare una cucina familiare reinterpretata secondo i canoni di una giovane cucina gourmet, creando così un connubio perfetto di sensazioni e sapori, di tradizione e modernità. Le maggiori influenze proposte derivano dall’incontro di due tradizioni culinarie italiane, quella piemontese e quella toscana, a me care perché incarnano la cultura e gli affetti da cui traggo la più viva ispirazione. Non mancheranno, tuttavia, influssi provenienti da culture gastronomiche differenti, da ricercati ingredienti a tecniche di preparazione originali, che arricchiranno le Vostre conoscenze culinarie e renderanno piacevole la scoperta del “nuovo”, sempre nel rispetto della nostra identità e del nostro passato.

«Le cose sono unite da legami invisibili, non puoi cogliere un fiore senza disturbare una stella» (Francis Thompson)

Connubio è armonia, unione, intreccio elegante di gusti, colori e profumi. Cogliere i legami profondi tra i sapori, avvertirne i sottili richiami, è compito arduo: equilibrio, accostamenti innovativi, misura e soluzioni audaci diverranno mie priorità per trasformare la Vostra cena in un’esperienza gastronomica dal carattere unico. Sarà mio intento farVi assaporare una cucina familiare reinterpretata secondo i canoni di una giovane cucina gourmet, creando così un connubio perfetto di sensazioni e sapori, di tradizione e modernità. Le maggiori influenze proposte derivano dall’incontro di due tradizioni culinarie italiane, quella piemontese e quella toscana, a me care perché incarnano la cultura e gli affetti da cui traggo la più viva ispirazione. Non mancheranno, tuttavia, influssi provenienti da culture gastronomiche differenti, da ricercati ingredienti a tecniche di preparazione originali, che arricchiranno le Vostre conoscenze culinarie e renderanno piacevole la scoperta del “nuovo”, sempre nel rispetto della nostra identità e del nostro passato.

Lo chef

Chi sono

“Da bambino sognavo di diventare un cuoco. Guardavo con ammirazione mio nonno rincasare tardi alla sera, sapendo che il giorno seguente alle 5 di mattina sarebbe stato di nuovo in pizzeria. Ho pensato che non sarei mai stato alla sua altezza”-“E poi cos’è cambiato?”-“Behi miei nonni mi hanno sempre ripetuto che nella vita occorre tenacia, uno sforzo continuo, dedizione e passione. Questa è la vera chiave del successo e così ci ho messo l’anima”.

Lo Chef

Chi sono

“Da bambino sognavo di diventare un cuoco. Guardavo con ammirazione mio nonno rincasare tardi alla sera, sapendo che il giorno seguente alle 5 di mattina sarebbe stato di nuovo in pizzeria. Ho pensato che non sarei mai stato alla sua altezza”-“E poi cos’è cambiato?”-“Behi miei nonni mi hanno sempre ripetuto che nella vita occorre tenacia, uno sforzo continuo, dedizione e passione. Questa è la vera chiave del successo e così ci ho messo l’anima”.

La ristorazione è qualcosa che ho nel cuore sin da piccolo. I miei nonni erano pizzaioli, la storica pizza al padellino “Cecchi”, e grazie a loro ho imparato qualcosa che non ti insegnano a scuola: ovvero l’amore e la dedizione per questo lavoro. Dopo aver fatto il liceo ho deciso di virare per quella che è sempre stata indiscutibilmente la mia propensione: la cucina. Ho sempre avuto chiaro di voler fare il cuoco. Mi sono dunque iscritto alla famosa scuola internazionale di cucina Alma di Colorno (Parma), diretta dal maestro Gualtiero Marchesi. Qui ho imparato le tecniche che si nascondono dietro ai miei piatti. Ho poi avuto modo di sperimentarmi in Svizzera e sulla costa romagnola, in cucine di alto livello come il ristorante stellato “Vicolo Santa Lucia” a Cattolica e l'”Urbino dei Laghi” ad Urbino. Infine sono tornato nella mia terra, il Piemonte, e dopo qualche esperienza, ho sentito l’esigenza di aprire questo locale per trovare un’espressione tutta mia.

La ristorazione è qualcosa che ho nel cuore sin da piccolo. I miei nonni erano pizzaioli, la storica pizza al padellino “Cecchi”, e grazie a loro ho imparato qualcosa che non ti insegnano a scuola: ovvero l’amore e la dedizione per questo lavoro. Dopo aver fatto il liceo ho deciso di virare per quella che è sempre stata indiscutibilmente la mia propensione: la cucina. Ho sempre avuto chiaro di voler fare il cuoco. Mi sono dunque iscritto alla famosa scuola internazionale di cucina Alma di Colorno (Parma), diretta dal maestro Gualtiero Marchesi. Qui ho imparato le tecniche che si nascondono dietro ai miei piatti. Ho poi avuto modo di sperimentarmi in Svizzera e sulla costa romagnola, in cucine di alto livello come il ristorante stellato “Vicolo Santa Lucia” a Cattolica e l'”Urbino dei Laghi” ad Urbino. Infine sono tornato nella mia terra, il Piemonte, e dopo qualche esperienza, ho sentito l’esigenza di aprire questo locale per trovare un’espressione tutta mia.

Ecco, forse, perché il nome CONNUBIO: il voler combinare le tradizioni da cui ho origine, Piemonte e Toscana, ma con un’ispirazione dal mondo, e farlo in modo intelligente ed innovativo.